12.9.08

I Dr House fanno bene alla sanità

Ecco un'opinione diversa da quelle riportate nel precedente post "I medici italiani accusano Dr.House & E.R.".

WASHINGTON - I generi più serializzati nella tv americana sono due, l’ospedaliero e il poliziesco. Segno che il dolore e la criminalità costituiscono una fonte perenne di spunti, narrazioni, allestimenti. Succede così da sempre: è un lenimento pensare di affrontare i problemi più angosciosi esorcizzandoli con parole e raffigurazioni. Ma è curioso pensare come l’uomo riesca magari a fare della buona letteratura, del buon cinema, della buona tv sui crimini e sui misfatti (anche della sanità) e non a risolvere i problemi alla fonte.

GENERALIZZAZIONI - Dare infatti la colpa alla tv della cattiva fama di cui gode la sanità o di certi fraintendimenti (la gente si rivolge al Pronto soccorso perché così fanno in tv) è quanto meno discutibile, bisognerebbe almeno uscire dalle generalizzazioni. Nel mondo dello spettacolo, vige una regola ferrea: la buona fiction fa bene a chi la vede, la cattiva reca danni. «E.R» o «Dr House», tanto per fare due esempi, hanno fatto fare un salto di qualità alla rappresentazione della medicina in tv, molto più dei programmi di divulgazione. Dramma, sentimento, ironia, morte, vita, speranza, dolore, progressi della scienza, problemi sociali, sensibilità alla sofferenza altrui. Una miniera inesauribile di racconti. È per questo che il medical drama non si ammala mai.
Aldo Grasso - Corriere della Sera

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